lunedì 11 maggio 2020

CARTOUCHE di Gianella, seguito dei tre Moschettieri?

Oddio, il titolo di questo post è un pò azzardato e non mi sognerei mai di affermare che questo romanzo di un autore, che peraltro apprezzo come uno dei più capaci "salgariani", possa far parte di una eventuale cronologia riguardante  il famoso trittico di Dumas sui tre moschettieri. Però, però, sapete quanto io abbia piacere a trovare e notare le interconnessioni tra i vari romanzi, quando, da poche semplici frasi nel testo, che passano il più delle volte inosservate, si può capire che una data storia, nella mente dell'autore, avviene nello stesso spaziouniverso fittizio di un altro. Si crea così per chi la nota una connessione tra i due romanzi. Tempo addietro notai i legami tra "Il diavolo del castello di Geolen" di Chiosso e "Quentin Durward" di Scott, ora è la volta di questo "Cartouche" di Gianella.
Ecco che, a pagina 27 del  libro di cui vedete l'immagine sopra si legge:
 "la mattina del 22 febbraio 1719 ....un giovane di venticinque anni entrava...in quell'antica e venerabile osteria del "Franco Mugnaio"ove, quasi un secolo prima, il cavaliere d'Artagnan partito dal Bearn alla volta di Parigi  per conquistarvi onori gloria e ricchezza si era fermato col suo ronzino magro, giallo e mezzo scodato"
Chiaro l'intento di Gianella che, mettendo a suo agio il lettore, che ritrova luoghi familiari, intende proporre il suo personaggio quale erede morale del più famoso eroe Dumasiano.  Che poi ci riesca è tutto un altro discorso...

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