domenica 5 novembre 2017

THE TIGERS OF MOMPRACEM

https://archive.org/details/jamendo-073552/03.mp3

martedì 15 agosto 2017

RENZO CHIOSSO - Note di continuità '

Mi sono accostato al libro di Renzo Chiosso "Il diavolo nel castello di Geolen" non perchè ami l'autore, ma spinto da una nota in "Genesi della letteratura popolare" di Valentino Cecchetti.Orbene, in questa nota si dice che nel libro in questione compare Niombo, tratto di peso da "I drammi della schiavitù" di Emilio Salgari. Ora Niombo non  è certo uno dei personaggi migliori di Emilio, ma io,amante come sono della continuity, mi son messo a cercare "Il diavolo..." infine trovandolo in una copia, completa anche della copertina che spesso è mancante.   Devo qui confutare quanto affermato nel libro di Cecchetti, perchè  Niombo compare nel volume ma... non è lo stesso Niombo. Nessun grado di parentela con quello di Salgari.
  Qui Niombo è un essere infido e malvagio e la storia si svolge nel 1900, molti anni dopo quella di Salgari . Il diavolo poi non è un'entità soprannaturale, ma unicamente un epiteto dato a uno dei personaggi . Tutto da buttare allora? Direi di si, se non fosse che, la continuità che io speravo di trovare con uno dei libri di Salgari, "Il diavolo..." ce l'ha invece con... "Quentin Durward" più noto forse come "L'arciere del re"  (anche per un film con Robert Taylor)  di Walter Scott.    Infatti uno dei protagonisti è un discendente della casata dei Durward e il volume di Scott viene citato nel testo. Se Chiosso avesse usato un personaggio la cui storicità fosse accertata, non si potrebbe parlare di continuità. Chiunque infatti può usare personaggi storici nelle sue opere. Ma Durward fino a prova contraria, è un personaggio INVENTATO da Scott. . Ritrovare allora uno dei suoi discendenti che in un altro libro fa espressamente riferimento alle vicende de "L'arciere del re" fa si che questo "Diavolo" può esser considerato un seguito dell'opera di Scott... Forse queste note di continuità sono l'unico pregio (o difetto)  del libretto di Chiosso.... ed è tutto dire!

lunedì 14 agosto 2017

MISTERI EDITORIALI - Edizioni Carroccio - Collana Nord Ovest - il misterioso numero 11

La collana Nord Ovest della Carroccio è fonte di misteri. Ci sarebbe da scrivere un libro su questa. Per limitarmi al caso in questione, accennerò che nella prima versione, c'erano in questa collana molti libri di Salgari e alcuni di altri autori famosi (Dumas, Cooper, ecc ).  Non però il numero 11 che è sempre stato, ed è facile verificarlo consultando i cataloghi, "La rosa del Dong Giang" che per l'occasione è stato indebitamente mutilato,come molte volte è accaduto in ALCUNE delle varie successive edizioni della Nord Ovest.   C'è però un altro numero 11 che non figura in alcun catalogo. Il libro in questione, di cui mostro la copertina, ha la veste grafica di alcuni dei primi titoli della NordOvest con una illustrazione unica che avvolge anche il retro. Molti dei migliori Salgari hanno questa veste, poi nelle successive edizioni, una sola immagine sarà esposta nel fronte, mentre il retro porterà solo la piccola illustrazione di un marinaio indossante il classico Nord Ovest.
Il libro in questione, che non ha avuto a mia conoscenza una successiva edizione, è "Il cavaliere solitario" di Gustave Aymard (sic).  Come era da aspettarsi non solo il nome dell'autore è storpiato (Aimard) ma anche il titolo, e la traduzione è mutilata dall'originale. In origine il libro è "L'eclaireur" e fa parte, se si vuole, del dittico che comprende anche "Balle Franche"  (Anche questo in italiano è apparso, col titolo fuorviante di "Il bisonte bianco") Fra tanti difetti però, "Il cavaliere solitario", che volendolo recuperare (è abbastanza facile trovare nell'usato) fornisce una lettura agevole senza pretese, e si avvale di ben 8 disegni eccezionali,esclusa la copertina, di ENRICO BAGNOLI. E scusate se è poco!
Fabrizio Frosali

domenica 6 agosto 2017

NUOVO LIBRO DI TARZAN... ma che razza di libro è?

Da quando molti dei libri di Edgar Rice Burroughs son diventati di dominio pubblico, per scadenza dei diritti, la Burroughs Enterprises ha cambiato la sua politica per lo sfruttamento del personaggio. Se prima  concedeva i diritti col contagocce, fatta eccezione per i fumetti, adesso sembra davvero ben intenzionata a pubblicare sempre di più nuove  storie dei suoi personaggi affidando l'incarico della stesura dei testi a improbabili autori. Devo dire che io ho comprato i primi tre della nuova collana riguardanti Tarzan, e ne ho scritto da qualche parte. Mi son fermato a un'ennesima vicenda che coinvolgeva il re della giungla nientemeno che con KING KONG.  Visto che il ruolo di Tarzan in questo libro era marginale, ho aspettato per vedere cosa sarebbe saltato fuori. Ora, a breve distanza dall'ultima uscita viene fuori questo  "the Greystoke legacy under siege". Ma che razza di titolo è?    I beni della famiglia Greystoke sono insidiati da qualcuno che vorrebbe appropriarsene? Come si fa a entusiasmarsi ad un soggetto simile dopo aver letto gli originali di Burroughs? Non solo, il personaggio principale sembra sia l'ultimo nipote di Tarzan di cui credo nessuno aveva mai sentito parlare...Oltretutto il libro non è nemmeno colezionabile per la copertina, che metto qui sotto ed è veramente orrenda....
   A questo punto dico BASTA e consiglio gli ipotetici eventuali lettori a rivolgersi ad altri lidi...  

domenica 30 aprile 2017

GRANUAILE la regina dei pirati




LA REGINA DEI PIRATI

Nel mese di settembre del 1593 due regine si incontrarono al palazzo di Greenwich.  L'incontro era destinato a fare scalpore e ad essere tramandato nella storia come un evento unico, a causa della personalità delle due donne e di ciò che rappresentavano. La prima era la regina di una delle più grandi potenze mondiali, se non la più importante: Elisabetta prima di Inghilterra. L'altra, che ai giorni nostri è molto meno conosciuta, almeno in Italia, era una sovrana del tutto particolare: rappresentava infatti non un regno, ma lo spirito di libertà ed indipendenza che allora era molto forte nella vicina Irlanda ed comunque anch'essa possedeva terre e uomini devoti, pronti a soddisfare senza discutere ogni suo comando: era la regina dei pirati Grainne Ni Mhaille, o Granuaile, o (anglicizzato) Grace O'Malley.
 L'incontro delle due personalità rappresenta il culmine dell'attività della donna pirata. La sua fama  oggi ha un inaspettato revival. Sono stati scritti alcuni romanzi e saggi che raccontano la sua vita e un famoso musical è stato prodotto con buon successo di pubblico a Broadway nel 2006 e 2007.
 In Irlanda Granuaile è oggetto di un culto del tutto particolare: sulla costa ovest del Connemara, dove lei principalmente operava, è stato costituito il Granuaile Heritage Centre con esposizioni di diorama e pitture ed i suoi castelli, tuttora in buono stato, sono aperti al pubblico. Grace è' diventata praticamente un'attrazione turistica e l'afflusso di gente fa scordare agli abitanti che i loro avi erano probabilmente sistematicamente taglieggiati dalle ciurme della piratessa. Ma chi era veramente Grace O'Malley?

Gli anni d'oro

Gli O'Malley appartenevano ad un clan di marinai sino dal 1100. Il padre di Grace, Owen Dubhdara (Quercia nera) fu eletto capitano della baronia di Murrisk e possedeva molte terre e una propria flotta. A quel tempo l'Irlanda era praticamente indipendente dall'Inghilterra, sebbene nel corso della vita di Grace questa situazione fosse destinata a mutare. Lei nacque nel 1530 e nei primi anni fu educata da un tutore  imparando anche il latino. Fin da piccola le fu concesso di accompagnare suo padre nei viaggi per mare e una leggenda tra le tante ci dice che, per imbarcarsi camuffata da ragazzo, dovette tagliarsi i capelli e per questo fu soprannominata “Grainne Mhaol” o Grace la calva.
Secondo il costume dell'epoca Grace fu maritata  molto giovane a Donal O' Flaherty il figlio del capo di un altro clan. Possessore tra l'altro dei castelli di Bunowen e Ballinahinch. Sembra che il matrimonio funzionò e la coppia ebbe tre figli: Owen, Margaret e Murrough, di caratteri molto diversi tra di loro. Il marito di  Grace era un violento e si crede che assassinò il figliastro di sua sorella . Ben presto la fama di Grace cominciò ad oscurare quella del marito, come comandante di navi. Risalgono a quel tempo le sue prime attività piratesche . Il porto di Galway rifiutava di commerciare con gli O'Flaherty e lei per ritorsione si mise ad attaccare le navi di passaggio chiedendo poi un riscatto. . Partecipava agli abbordaggi con una sciabola in mano, ma non era particolarmente crudele e lasciava liberi gli equipaggi una volta che il riscatto era pagato. Era coraggiosa in battaglia e notoriamente giocava d'azzardo e bestemmiava oltre che essere famosa per exploits sessuali. Donal, il marito era soprannominato “il gallo” per il coraggio che dimostrava in combattimento. Egli conquistò il castello Caislan an Circa del clan rivale dei Joyces, ma questi cercarono vendetta e Donal fu ucciso. Quando più tardi Granuaile sconfisse i Joyces, fu soprannominata “La gallina”.
Il castello ora è conosciuto come “Hen castle”
Con la morte del marito Grace ritornò nelle terre degli O'Malley seguita dai figli e da 200 seguaci. Fece la sua roccaforte su Clare Island vicinissima alla costa, da dove poteva controllare tutto il  traffico navale della  Clew Bay. Le sue capacità navali e l'attività piratesca concedevano una vita agiata ai suoi sudditi e ben presto lei si ritrovò proprietaria di cinque castelli. Granuaile's Castle, una tozza torre quadrata, dove lei aveva la sua residenza, è visitabile e vi sono dei battelli che traghettano gli eventuali visitatori dalla terraferma. Le mancava il più importante castello sulla costa, Rockfleet, vicino Newport,  che era di proprietà di Richard in iron Burke, così chiamato perché indossava sempre una cotta di maglia.. Grace riuscì a sposarlo secondo la legge bretone che prevedeva che allo scadere di un anno ognuno dei due poteva rinunciare al matrimonio. E' quanto la regina dei pirati fece: si racconta che lei  gridò al marito che si avvicinava,  allo scadere di un anno dagli spalti del castello, la frase di rito dissolutoria “J dismiss you!”. Grace si tenne il castello ma pare che i rapporti tra i due continuassero  e Grace ebbe un nuovo figlio da Richard, che ebbe nome Tibbott na Long e divenne anni dopo il Visconte di Mayo. Egli fu partorito a bordo di una nave. Si racconta che questa fu attaccata da pirati mori e  Grace  che allora stava allattando, dovette correre in coperta con sciabola in pugno e pistole alla cintura per galvanizzare i suoi uomini. Non c'è bisogno di dire che l'attacco fu respinto.


Il vento cambia

Nel frattempo la politica inglese era cambiata. Per conquistare l'Irlanda si pensò bene di comprare i Lords irlandesi dando loro dei titoli inglesi.
 Grace non era interessata. Iniziò quindi il suo periodo rivoluzionario. Il suo castello di Clare venne attaccato da una flotta inglese ma questa fu respinta . 
Nel 1577 Grace incontrò Henry Sydney che si occupava del nuovo sistema di colonizzazione delle terre. Apparentemente si sottomise alle nuove leggi, ma dopo effettuò un raid nelle terre del conte di Desmond  che aveva accettato un titolo di nobiltà inglese. Le andò male e fu catturata e consegnata alla Presidenza del Munster. Fu  imprigionata dapprima a Limerick  e poi  nelle carceri di Dublino da cui pochi scampavano, ma per ragioni sconosciute fu rimessa in libertà, dopo 18 mesi. .
 E' di quel periodo un episodio singolare. Si racconta che durante un viaggio  Grace volle fare una visita di cortesia al Barone di Howth, ma alla porta del castello fu informata che i proprietari cenavano e non fu ammessa. I cancelli le furono chiusi in faccia. Per ritorsione essa rapì il figlio del barone e per restituirlo richiese che in futuro chiunque chiedesse ospitalità al castello potesse avere un pasto e un letto per dormire. La tradizione continua ai nostri giorni . A Howth Castle i pasti vengono serviti lasciando sempre un posto in più!
Nel 1583 il marito di Grace morì per cause naturali; lei era stata privata della sua parte di eredità, ma raccolse un migliaio di capi di bestiame e prese senz'altro la sua residenza nelle terre del marito.
Da parte inglese fu eletto governatore del Connaught Richard Bingham, che divenne il più  acerrimo nemico di Granuaile. Egli mise in atto una politica di parcellizzazione delle terre e di evacuazione delle popolazioni in territori vicini.  Riuscì a catturare Grace nel 1986 e confiscò i suoi possedimenti. Grace ottenne comunque la libertà poiché suo genero si offrì come ostaggio, a condizione che abbandonasse i suoi atti pirateschi. Ma poco tempo dopo il suo primogenito, Owen fu assassinato dagli sgherri di Bingham in modo brutale e questo evento riportò Grace alle sue scorrerie in mare. Privata ormai delle sue terre, fu considerata come “una famosa traditrice e fonte di tutte le ribellioni nella Provincia”. Anche il suo secondo figlio maschio Murrough, che aveva preso dal padre, fu convinto ad allearsi con le forze di Bingham  e si dice che la O'Malley giurasse di non parlargli più per tutta la vita.
La situazione peggiorava col tempo. Presagendo il peggio e mostrando una lungimiranza ed una attenta valutazione dei modi con cui veniva svolta la politica in quei tempi, concepì un piano audace: si risolse a chiedere clemenza alla regina in cambio della cessazione a tutti gli attacchi alle forze inglesi. Nel frattempo però, prima che la regina decidesse alcunché,  Bingham prese prigionieri i due figli di Grace Murrough e Tibbott insieme con suo fratello Donell O'Piper. Dopo che tutte le sue richieste per il rilascio dei figli al governatore erano state disattese la O'Malley si decise di chiedere direttamente  alla regina Elisabetta d'Inghilterra un'udienza e la grazia, e per questo viaggiò in territorio inglese. Qui trovò un inaspettato aiuto in Lord Burghley un vecchio statista e consigliere della regina. Elisabetta  era più vecchia di Granuaile  di tre anni e sorprendentemente, per concedere il colloquio, acconsentì ai consigli di Burgley ed inviò alla O'Malley una lista di  18 domande a cui doveva esser risposto e che esistono tuttora e sono preservate negli “English State papers”. Le risposte furono a quanto sembra gradite dalla regina e portarono al famoso incontro accennato in apertura dell'articolo.



L'incontro

La scena era davvero inusuale. La O'Malley, allora aveva 63 anni e si presentò con un elegante vestito in una sala piena di guardie e cortigiani indossanti parrucche e pizzi pregiati. Si comportò in 
maniera arrogante e rifiutò di inchinarsi volendo dimostrare che non riconosceva Elisabetta come “sua” regina.  Sembra che perquisita le fu trovato un pugnale, ma Elisabetta accettò la giustificazione che questo fosse stato tenuto solo come difesa personale. Si dice anche che ad un certo momento Granuaile abbia starnutito, al che una dama della corte le porse un fazzoletto profumato. Dopo averlo usato la Regina dei Pirati lo gettò in un braciere acceso. Alla domanda dello strano gesto, chiese che cosa ne facevano gli inglesi dei fazzoletti usati. Saputo che venivano conservati per essere usati di nuovo, commentò: “La regina può farlo, non io!”. Probabilmente questo è solo un aneddoto, ma comunque Elisabetta rimase molto impressionata dal fatto che il colloquio poté essere effettuato senza interprete,  in latino, il linguaggio usato dalla nobiltà, visto che entrambe non conoscevano l'una la lingua dell'altra. Granuaile ricordò anche a Elisabetta che le due avevano molto in comune, avendo combattuto entrambe contro gli spagnoli.
E' possibile infatti che l'inglese abbia combattuto di prima mano contro di essi nel 1588, visto che era espertissima nell'uso della balestra, e quasi nello stesso periodo Grace aveva massacrato alcuni spagnoli che erano naufragati in Irlanda.
La regina inglese era una donna pragmatica: era figlia di Anna Bolena che era stata decapitata su ordine del marito Enrico VIII ed era stata anche imprigionata per un certo periodo nella torre di Londra.
Essa dunque acconsentì a tutte le richieste di Grace a condizione che i raids contro gli inglesi cessassero e Bingham fu rimosso dal suo incarico.
Sembrava tutto risolto, ma la cosa durò per poco tempo. Il bestiame confiscato alla O'Malley non fu restituito, Bingham riprese il suo incarico e  Grace fu forzata a riprendere le sue attività di corsa, sebbene dando la prevalenza ai nemici dell'Inghilterra. Alla fine fuggì nel Munster da un vecchio amico, Thomas, duca di Ormond. Ci furono altre petizioni al trono inglese ed nel 1595 Bingham cadde in disgrazia, i suoi collaboratori cospirarono contro di lui per cui dovette fuggire dall'Irlanda in Inghilterra dove fu imprigionato.

La fine


Grace O' Malley morì nel 1603 (lo stesso anno della  sua regina rivale Elisabetta) e fu sepolta nell'abbazia di Clare Island. dove tuttora esiste la sua tomba ornata dei  simboli  araldici e dal motto “Terra marique potens”. Come tutti i personaggi che per le loro caratteristiche hanno dato vita a leggende, esiste incertezza sulla sua morte. La maggior parte degli storici pensano che morì nel suo castello di Rockfleet, ma una versione afferma  invece che fu colpita nell'abbordaggio di una nave.
Anche sul luogo della sepoltura esiste incertezza e un certo grado di mistero. Per secoli si è sempre pensato che Grace giacesse nella sua tomba dell'abbazia, ma nel 1997 in questa furono effettuati dei lavori di restauro. Sono stati sollevati diversi dubbi dagli  archeologi restauratori che  hanno affermato che probabilmente Grainne Uaile  non è mai stata sepolta lì. In effetti la datazione al carbonio dei dipinti medievali ha determinato che questi risalgono al 1400 e non al 1600 come si era sempre creduto. Sono tra i più importanti dipinti dell'Irlanda ed unici per l'Europa, in quanto illustrano temi locali prettamente irlandesi piuttosto che convenzionali scene bibliche.
Le scene mostrano inoltre dragoni e animali fantastici, molto diversi dagli standard europei e con uno squisito sapore celtico.
Madeleine Katkov, una restauratrice impiegata all'abbazia dall'ufficio del lavori pubblici sino dal 1991, ha dichiarato che è improbabile che Granuaile sia stata sepolta in una tomba più antica di lei di qualche secolo e così poco impressiva.
Così il mistero permane e sembra che anche l'Italia sia sulla via di riscoprire la regina pirata.
Il libro di Morgan Llywelyn “Grania, she king of the irish seas” che ha dato origine al famoso musical di Broadway, ha visto la sua traduzione italiana, resta però ancora  inedita l'altra biografia romanzata più recente di Alan Gold  e si parla da diverso tempo di un eventuale film sulla scia della famosa quadrilogia dei “Pirati dei caraibi”.


                                                                                     Fabrizio Frosali