Al momento in cui scrivo sono in uscita i due volumi dell'antologia "200 E UNO DI QUESTI MOSTRI". Nel secondo volume potete trovare tra l'altro il mio racconto che da il titolo a questo post. Si tratta di una storia spin-off al mio secondo romanzo "Krane nella giungla invisibile"
Qui sotto le copertine dell'antologia che sono vere opere d'arte.
domenica 16 ottobre 2016
sabato 30 luglio 2016
TIGRI E GALEONI - Nuovo raccontino di Sandokan e Yanez
Qui accanto potete ammirare la copertina di una antologia di racconti di pirati in cui compare anche il mio nuovo raccontino di Sandokan dal titolo "Tigri e Galeoni". Questo racconto è stato anche drammatizzato per radio e appare su un video che potete trovare su You tube a questo Link. https://www.facebook.com/groups/804840499569650/
domenica 19 giugno 2016
Misteri editoriali - I PIRATI DELLE PRATERIE di Gustave Aimard -Editrice "Gloriosa"
Nell' ambito della ricerca di libri del passato, editi quando uno non era ancora nato, e comprando a busta chiusa, ci si può trovar di fronte a grosse fregature ma anche a pregevoli chicche. E' il caso di questo "I pirati delle praterie" edito a fascicoli dalla casa editrice "La Gloriosa" nel 1921. Io l'ho acquistato, perchè volevo verificare quali tagli erano stati fatti rispetto all'edizione integrale francese Fayard de "Les pirates des prairies" . Aprendolo ho avuto la prima sorpresa. Il libro non è l'edizione italiana di quello appena citato, ma la traduzione del più noto "Les trappeurs de l'Arkansas" e qui c'è già il primo mistero: perchè diavolo avranno titolato così il volume prendendo a prestito un titolo dello stesso Aimard già esistente, creando così confusione nei potenziali acquirenti? Stavo già per riporre il libro pensando eventualmente di rivenderlo, poichè possedevo già l'edizione francese integrale e quella scorciata italiana dei "Trappeurs", quando ho dato un'occhiata alle illustrrazioni. Quasi trasecolavo perchè dalle immagini sembra di essere in un libro del ciclo della giungla nera di Salgari! Be' forse non esattamente. I pellirosse che abbondano nella narrazione sono ritratti abbastanza fedelmente, ma a volte sembrano più indios dell'america meridionale. A volte invece selvaggi africani,. ma sono i bianchi ad esser ritratti in maniera completamente errata. Tutti indistintamente portano un turbante, sia che siano messicani o yankees o soldati USA. Questi ultimi specialmente somigliano cipay indu' e i loro capi portano il casco coloniale. La cosa sconcertante è che i disegni di C. TALLONE sono ben fatti e il disegnatore sapeva quel che faceva, perchè a volte sullo sfondo appaiono delle tende indiane tipiche tepee, riprodotte correttamente. C'è da credere che questa errata rappresentazione dei bianchi sia stata voluta dall'editore per una ragione ignota. Mi vien da pensare che forse all'epoca dell'uscita in edicola, vendevano di più i libri incentrati sull'India e la Malesia e l'editore abbia voluto camuffare il suo prodotto per cercar di vender di più? E' allora strano che la copertina del volume raffiguri correttamente un pellerossa. Mah, comunque sia, son ben contento della rarità che mi son procurato, oltretutto a un buon prezzo!
Allego copertina del volume ed una immagine interna che non è nemmeno una delle più rappresentative!
sabato 18 giugno 2016
La fine del ciclo dei pirati della Malesia in " IL RITORNO DELLE TIGRI DI MOMPRACEM"
Scandalizzerò qualche purista Salgariano, ma per me la fine del ciclo dei pirati della Malesia, si trova qui, nell'ultima pagina dell'apocrifo "IL RITORNO DELLE TIGRI DI MOMPRACEM", scritto da ignoto. E' qui dove viene descritta la separazione definitiva dei nostri eroi: nessuno è morto dunque, come avveniva in Fancelli o Motta. Alcuni hanno denigrato questa pagina ma io la trovo scritta abbastanza bene, perchè ha il potere di commuovermi e la cosa non mi succede facilmente.
La riporto qui integralmente dalle edizioni Carroccio, lasciando voi giudicare.
"""Addio Mompracem! Con la scomparsa di quell'isolotto dietro la linea dell'orizzonte, sembravano essersi eclissate le ultime luci della loro lunga giornata. L'avvenire pareva privato di avvenire e di scopo. Mompracem non era più. E con lui non erano più le audacie, le ansie, le lotte, le fatiche; non erano più gli ideali che di rado si raggiungono, ma che tuttavia sono le molle più efficaci, gli stimoli a operare che riempiono di speranza l'esistenza umana. Sir Moreland si restituiva in seno alla famiglia; Tremal-Naik si proponeva di godersi in tranquillità la vecchiaia ormai prossima; Kammamuri intendeva crearsi un angolino accogliente in mezzo ad uomini della sua stirpe, in ciò favorito da un non disprezzabile peculio. Quanto a Yanez, stanco di cacce, di battaglie, di avventure, aveva disposto l'animo alla solitudine, in un pacifico recesso della sua terra nativa. Lo yacht li portava sempre più lontano dal teatro delle ultime movimentate peripezie. E adesso si accorgevano di essere sul limitare di due mondi: uno pieno di colore, scintillante, come un prisma da mille sfaccetature; l'altro grigio, uniforme, oscuro, che degrada verso una notte interminabile.
Per questo la tristezza regnava nei loro cuori e gli accarezzati sogni di riposo avevano perduto in un solo punto ogni attrattiva.
F I N E """
P.S. Per chi si chiede cosa è avvenuto di Sandokan il nostro eroe si è ritirato tra le rupi interne dell'isola di Mompracem a "contemplare il firmamento e a pregare gli Dei" ........................
...
La riporto qui integralmente dalle edizioni Carroccio, lasciando voi giudicare.
"""Addio Mompracem! Con la scomparsa di quell'isolotto dietro la linea dell'orizzonte, sembravano essersi eclissate le ultime luci della loro lunga giornata. L'avvenire pareva privato di avvenire e di scopo. Mompracem non era più. E con lui non erano più le audacie, le ansie, le lotte, le fatiche; non erano più gli ideali che di rado si raggiungono, ma che tuttavia sono le molle più efficaci, gli stimoli a operare che riempiono di speranza l'esistenza umana. Sir Moreland si restituiva in seno alla famiglia; Tremal-Naik si proponeva di godersi in tranquillità la vecchiaia ormai prossima; Kammamuri intendeva crearsi un angolino accogliente in mezzo ad uomini della sua stirpe, in ciò favorito da un non disprezzabile peculio. Quanto a Yanez, stanco di cacce, di battaglie, di avventure, aveva disposto l'animo alla solitudine, in un pacifico recesso della sua terra nativa. Lo yacht li portava sempre più lontano dal teatro delle ultime movimentate peripezie. E adesso si accorgevano di essere sul limitare di due mondi: uno pieno di colore, scintillante, come un prisma da mille sfaccetature; l'altro grigio, uniforme, oscuro, che degrada verso una notte interminabile.
Per questo la tristezza regnava nei loro cuori e gli accarezzati sogni di riposo avevano perduto in un solo punto ogni attrattiva.
F I N E """
P.S. Per chi si chiede cosa è avvenuto di Sandokan il nostro eroe si è ritirato tra le rupi interne dell'isola di Mompracem a "contemplare il firmamento e a pregare gli Dei" ........................
...
giovedì 19 maggio 2016
LUIGI MOTTA - ciclo degli "ANTARTIDI"
In un ben più grande sito dedicato a Luigi Motta, i volumi dello scrittore sono catalogati in cicli, quando in questi operano gli stessi personaggi, oppure se si svolgono nello stesso ambiente, pur con protagonisti diversi. Ad esempio nel ciclo "western" si trovano catalogati tutti i romanzi dello scrittore ambientati nell'ovest americano. Secondo questa classificazione ritengo di aver individuato un nuovo ciclo, che consta al momento di due volumi. Infatti ho potuto finalmente acquistare un libro tra i
più rari credo, di Luigi Motta. Si tratta de "Il vortice del sud" e l'ho trovato tra l'altro molto superiore ad altri del romanziere, degno in tutto e
per tutto dei migliori Salgari. Bene l'ambiente è lo stesso de "I
balenieri dell'Antartide". I personaggi sono diversi, ma in entrambi i volumi i gruppi di audaci esploratori protagonisti si trovano alle
prese con un popolo selvaggio, gli "Antartidi" che in un libro appaiono di provenienza patagone e in un altro di
provenienza polinesiana. Nell'Antartide di Motta si verificano in entrambi
i romanzi strani fenomeni elettrici e quel che più conta esistono caverne dove si
trova in superficie il "radium" radioattivo di cui i personaggi
disquisiscono. Insomma la similarità tra i due romanzi è tanta pur
essendo il primo citato enormemente migliore e più lungo del secondo. Sarei dell'opinione di far rientrare i due romanzi in un ciclo che potremmo denominare degli "Antartidi"...
Fabrizio Frosali
martedì 3 maggio 2016
Un'altra tigre della MALESIA ...
Il sottoscritto è in possesso di un rarissimo libro scritto da un allievo di Salgari che narra la fine tragica di un'altra Tigre della Malesia che si appella Tigre di... ed è seguita da un amico bianco questa volta irlandese, che si fa chiamare (Anche lui come Yanez!) Tigre bianca. Fin qui nulla di particolare, perchè imitazioni di Sandokan se ne contano a bizzeffe, ma che direste se scopriste che questo libro è stato pubblicato un anno o giù di lì, prima della morte di Salgari? Non può darsi allora che il buon capitano che si immedesimava nei suoi personaggi, abbia tratto da questo libro lo spunto per la sua tragica morte? perchè in fondo al volune che si intitola......(Ah lo vorreste sapere vero?) i resti delle bande dei pirati della malesia, piuttosto di arrendersi agli inglesi...fanno Hara Kiri in massa!
E mi fan tanto ridere i presunti studiosi della materia Salgariana che nemmeno si sono accorti di questo piccolo caso librario, che però POTREBBE FAR RISCRIVERE L'INTERA PARABOLA UMANA DELLA MORTE DEL NOSTRO SALGARI! Certamente, quando lo scopriranno si affanneranno a pubblicizzare simposi e cene per la grande scoperta effettuata! Bah, auguro loro tanta fortuna!!!
Qui allegate due immagini del libro in questione.
FABRIZIO FROSALI 3 MAGGIO 2016
E mi fan tanto ridere i presunti studiosi della materia Salgariana che nemmeno si sono accorti di questo piccolo caso librario, che però POTREBBE FAR RISCRIVERE L'INTERA PARABOLA UMANA DELLA MORTE DEL NOSTRO SALGARI! Certamente, quando lo scopriranno si affanneranno a pubblicizzare simposi e cene per la grande scoperta effettuata! Bah, auguro loro tanta fortuna!!!
Qui allegate due immagini del libro in questione.
FABRIZIO FROSALI 3 MAGGIO 2016
venerdì 19 febbraio 2016
SANDOKAN E LA VAMPIRA
L'ottimo disegnatore MARCO PUGACIOFF mi ha inviato e concesso di pubblicare questo piccolo raccontino su SANDOKAN, il fiero capo dei pirati della Malesia. Una storia breve, ma ricca di azione, pathos e valenze non banali. Godetevela come ho fatto io e mentre leggete date un'occhiata al bel disegno di Marco che qui allego...
SANDOKAN e la vampira
Diventava sempre
più difficile avere degli incontri con i contatti di Tchao King, il genero di
Tigre Blu.
Fuggire dalla
taverna, inseguito dalle giubbe rosse, era stato abbastanza facile, ma ora
doveva attraversare la selva per raggiungere la baia dove era ormeggiato il
praho con i suoi tigrotti.
Una selva oscura
già di giorno, che nella notte assumeva forme ancora più sinistre. Ma Sandokan
era già arrivato allo spiazzo a fianco del sentiero che scendeva verso la baia.
E questo lo faceva sentire più sollevato…
Poi si fermò
d’improvviso. Una splendida figura di donna occidentale era ferma accanto ad un
masso e lo fissava con intensità. L’abito bianco risplendeva sotto la luce
della luna, mentre una folata di vento che aveva qualcosa di sinistro faceva
ondeggiare la sua gonna e il cappello che teneva fermi i suoi capelli neri.
Il formidabile
pirata mosse i suoi passi verso quella che sembrava una dolce creatura, ma poi
si fermò. Lo arrestò una sensazione di pericolo, un pericolo che aveva già
avvertito con la donna pantera!
La donna si mosse
verso di lui. Fu uno scherzo degli occhi oppure se la ritrovò in un attimo di
fronte a sé? Sia come sia, il terrore gli fece tremare i polsi, perché si sentì
come arrestato da un incantesimo.
Una risata
argentina uscì da quel volto meraviglioso, la donna alzò una mano verso il suo
petto e poi la Tigre della Malesia si sentì spinto indietro da una forza spaventosa…
volò letteralmente in aria, fino a cadere con la sua schiena verso un piccolo
tronco d’albero che spezzò in due. Il suo urlo di dolore echeggiò verso la
luna. Sandokan non poteva muoversi, mentre quella splendida e insieme orribile
creatura si avvicinava lentamente verso di lui. Sembrava che si nutrisse del
suo terrore, della sua impotenza.
Quando fu sopra
di lui, cercò di ripararsi con le mani, ma la creatura femminile aprì quella
difesa facilmente, così come avrebbe fatto con un bambino. Poi… poi aprì la
bocca e i suoi denti presero la forma di zanne. Ridendo con gioia maligna aprì
il colletto della camicia ricamata di Sandokan e…
La creatura si
spaventò a morte, una piccola croce d’oro forgiata sotto il Vesuvio era appesa
al collo di Sandokan!
Il pirata con una
sofferenza indicibile afferrò il tronco che aveva spezzato poco prima e con
forza lo piantò nel petto della creatura. Un urlo raccapricciante si alzò verso
il cielo oscuro, la vampira stava morendo.
Con fatica anche
Sandokan si alzò, estrasse il suo tarwar e fece volare la testa della creatura
per aria.
Infine cadde a
terra e sotto la luce sinistra della luna, con le lacrime agli occhi, pensò
alla moglie morta da pochi mesi ed esclamò…
- Grazie Marianna!
Marco Pugacioff
Marco Pugacioff
giovedì 28 gennaio 2016
MISTERI EDITORIALI - Edizioni Carroccio - Il re degli Apaches ---
Inizio con questo post una serie di miniarticoli dedicati ai MISTERI EDITORIALI di case editrici del passato a me care, perchè leggevo i libri da loro editi nella mia fanciullezza. Spero con questi post di esser d'aiuto a qualche nostalgico dei bei tempi andati, che ancora ricerca questo tipo di romanzi, poichè non è raro il caso, comprando a busta chiusa, di ritrovarsi con un libro non voluto in mano. (Può anche darsi il caso contrario però, di scoprire una autentica rarità...) I più giovani spero, saranno incuriositi dalle immagini e dal carattere inconsueto delle notizie scovate.
Inizio con "Il re degli Apaches" di Mayne Reid, edizione Carroccio, edito con copyright 1963 al n. 29 della collana Azalea che comprendeva molti classici per ragazzi e giovanetti.
Mayne Reid, non importa ricordarlo, è uno dei pochi, come Gustave Aymard, che hanno veramente vissuto avventure simili a quelle dei suoi personaggi, avendo soggiornato a lungo nel continente americano. Notizie si trovano in rete e non mi dilungo oltre. Passo subito al MISTERO EDITORIALE collegato a questo volume. Il fatto è (e l'avevo notato prima di comprarlo ) che il titolo è molto simile per non dire identico a IL DUCE DEGLI APACI apparso anni prima in epoca fascista (come suggerisce la parola duce) scritto però da KARL MAY , tedesco, autore anche lui di una nutrita serie di avventure che potremmo etichettare western. Molte erano incentrate sul capo apache WINNETOU su cui furono fatti diversi film western teutonici. Bene, il libro è lo stesso anche se l'edizione Carroccio è molto ridotta.
Ma allora chi è il vero autore? E' di sicuro Karl May e il titolo originale è WINNETOU I (ci sono anche il 2 e il 3...) che è scaricabile in rete in lingua tedesca. Resta quindi il mistero di come e perchè la Carroccio abbia bellamente cambiato il nome dell'autore in copertina, infischiandosi delle leggi del copyright. Forse perchè Mayne Reid vendeva più di Karl May? Mah, noi ragazzi dell'epoca conoscevamo solo Salgari, Verne e un pochino Motta, gli altri erano sullo stesso piano. Allora? E' possibile anche un errore ma è davvero enorme. Ci sarebbe forse un'altra possibilità che però escluderei. Sapete che anche Salgari, con lo pseudonimo di Permini, ha scritto adattandola una sua versione di IL FIGLIO DEL CACCIATORE D'ORSI sempre di Karl May . Potrebbe per assurdo Mayne Reid (che è morto nel 1883) aver copiato adattandola una storia di Karl May scritta nel 1878? Dai titoli originari inglesi della sua bibliografia non risulterebbe... Resta quindi il mistero che forse potrebbe risolvere il traduttore M. Notariani se è ancora vivo . In attesa deliziamoci con questa perla letteraria in attesa di altre che verranno...sempre delle edizioni Carroccio per il momento...
Fabrizio Frosali
Inizio con "Il re degli Apaches" di Mayne Reid, edizione Carroccio, edito con copyright 1963 al n. 29 della collana Azalea che comprendeva molti classici per ragazzi e giovanetti.
Mayne Reid, non importa ricordarlo, è uno dei pochi, come Gustave Aymard, che hanno veramente vissuto avventure simili a quelle dei suoi personaggi, avendo soggiornato a lungo nel continente americano. Notizie si trovano in rete e non mi dilungo oltre. Passo subito al MISTERO EDITORIALE collegato a questo volume. Il fatto è (e l'avevo notato prima di comprarlo ) che il titolo è molto simile per non dire identico a IL DUCE DEGLI APACI apparso anni prima in epoca fascista (come suggerisce la parola duce) scritto però da KARL MAY , tedesco, autore anche lui di una nutrita serie di avventure che potremmo etichettare western. Molte erano incentrate sul capo apache WINNETOU su cui furono fatti diversi film western teutonici. Bene, il libro è lo stesso anche se l'edizione Carroccio è molto ridotta.
Ma allora chi è il vero autore? E' di sicuro Karl May e il titolo originale è WINNETOU I (ci sono anche il 2 e il 3...) che è scaricabile in rete in lingua tedesca. Resta quindi il mistero di come e perchè la Carroccio abbia bellamente cambiato il nome dell'autore in copertina, infischiandosi delle leggi del copyright. Forse perchè Mayne Reid vendeva più di Karl May? Mah, noi ragazzi dell'epoca conoscevamo solo Salgari, Verne e un pochino Motta, gli altri erano sullo stesso piano. Allora? E' possibile anche un errore ma è davvero enorme. Ci sarebbe forse un'altra possibilità che però escluderei. Sapete che anche Salgari, con lo pseudonimo di Permini, ha scritto adattandola una sua versione di IL FIGLIO DEL CACCIATORE D'ORSI sempre di Karl May . Potrebbe per assurdo Mayne Reid (che è morto nel 1883) aver copiato adattandola una storia di Karl May scritta nel 1878? Dai titoli originari inglesi della sua bibliografia non risulterebbe... Resta quindi il mistero che forse potrebbe risolvere il traduttore M. Notariani se è ancora vivo . In attesa deliziamoci con questa perla letteraria in attesa di altre che verranno...sempre delle edizioni Carroccio per il momento...
Fabrizio Frosali
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