domenica 19 giugno 2016

Misteri editoriali - I PIRATI DELLE PRATERIE di Gustave Aimard -Editrice "Gloriosa"


















Nell' ambito della ricerca di libri del passato, editi quando uno non era ancora nato, e comprando a busta chiusa, ci si può trovar di fronte a grosse fregature ma anche a pregevoli chicche.  E' il caso di questo "I pirati delle praterie" edito a fascicoli dalla casa editrice "La Gloriosa" nel 1921.  Io l'ho acquistato, perchè volevo verificare quali tagli erano stati fatti rispetto all'edizione integrale francese Fayard de "Les pirates des prairies" . Aprendolo ho avuto la prima sorpresa. Il libro non è l'edizione italiana di quello appena citato, ma la traduzione del più noto "Les trappeurs de l'Arkansas" e qui c'è già il primo mistero: perchè diavolo avranno titolato così il volume prendendo a prestito un titolo dello stesso Aimard già esistente, creando così confusione nei potenziali acquirenti? Stavo già per riporre il libro pensando eventualmente di rivenderlo, poichè possedevo già l'edizione francese integrale e quella scorciata italiana dei "Trappeurs", quando ho dato un'occhiata alle illustrrazioni.   Quasi trasecolavo perchè dalle immagini sembra di essere in un libro del ciclo della giungla nera di Salgari! Be' forse non esattamente. I pellirosse che abbondano nella narrazione sono ritratti abbastanza fedelmente, ma a volte sembrano più indios dell'america meridionale. A volte invece selvaggi africani,. ma sono i bianchi ad esser ritratti in maniera completamente errata. Tutti indistintamente portano un turbante, sia che siano messicani o yankees o soldati USA. Questi ultimi specialmente somigliano cipay indu' e i loro capi portano il casco coloniale. La cosa sconcertante è che  i disegni di C. TALLONE sono ben fatti e il disegnatore sapeva quel che faceva, perchè a volte sullo sfondo appaiono delle tende indiane tipiche tepee, riprodotte correttamente. C'è da credere che questa errata rappresentazione dei bianchi sia stata voluta dall'editore per una ragione ignota. Mi vien da pensare che forse all'epoca dell'uscita in edicola, vendevano di più i libri incentrati sull'India e la Malesia e l'editore abbia  voluto camuffare il suo prodotto per cercar di vender di più? E' allora strano che la copertina del volume raffiguri correttamente un pellerossa. Mah, comunque sia, son ben contento della rarità che mi son procurato, oltretutto a un buon prezzo!
Allego copertina del volume ed una immagine interna che non  è nemmeno una delle più rappresentative!


sabato 18 giugno 2016

La fine del ciclo dei pirati della Malesia in " IL RITORNO DELLE TIGRI DI MOMPRACEM"

Scandalizzerò qualche purista Salgariano, ma per me la fine del ciclo dei pirati della Malesia, si trova qui, nell'ultima pagina dell'apocrifo "IL RITORNO DELLE TIGRI DI MOMPRACEM", scritto da ignoto. E' qui dove viene descritta la separazione definitiva dei nostri eroi: nessuno è morto dunque, come avveniva in Fancelli o Motta. Alcuni hanno denigrato questa pagina ma io la trovo scritta abbastanza bene, perchè ha il potere di commuovermi e la cosa non mi succede facilmente.
La riporto qui integralmente dalle edizioni Carroccio, lasciando voi giudicare.
"""Addio Mompracem! Con la scomparsa di quell'isolotto dietro la linea dell'orizzonte, sembravano essersi eclissate le ultime luci della loro lunga giornata. L'avvenire pareva privato di avvenire e di scopo. Mompracem non era più. E con lui non erano più le audacie, le ansie, le lotte, le fatiche; non erano più gli ideali che di rado si raggiungono, ma che tuttavia sono le molle più efficaci, gli stimoli a operare che riempiono di speranza l'esistenza umana. Sir Moreland si restituiva in seno alla famiglia; Tremal-Naik si proponeva di godersi in tranquillità la vecchiaia ormai prossima; Kammamuri intendeva crearsi un angolino accogliente in mezzo ad uomini della sua stirpe, in ciò favorito da un non disprezzabile peculio. Quanto a Yanez, stanco di cacce, di battaglie, di avventure, aveva disposto l'animo alla solitudine, in un pacifico recesso della sua terra nativa. Lo yacht li portava sempre più lontano dal teatro delle ultime movimentate peripezie. E adesso si accorgevano di essere sul limitare di due mondi: uno pieno di colore, scintillante, come un prisma da mille sfaccetature; l'altro grigio, uniforme, oscuro, che degrada verso una notte interminabile.
Per questo la tristezza regnava nei loro cuori e gli accarezzati sogni di riposo avevano perduto in un solo punto ogni attrattiva.
                                                                           F I N E                       """
P.S. Per chi si chiede cosa è avvenuto di Sandokan il nostro eroe si è ritirato tra le rupi interne dell'isola di Mompracem a "contemplare il firmamento e a pregare gli Dei" ........................
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