Ho il piacere di dare il benvenuto in questo Blog a MARCO PUGACIOFF, con questi suoi disegni inediti raffiguranti SANDOKAN . Sono anni che non vediamo più una storia inedita del personaggio di Salgari, al contrario della Germania, dove le sue avventure sono state pubblicate a lungo. Marco per i suoi disegni si rifà al modello Steve Reeves, interprete di due film sul personaggio,
ben prima che Kabir Bedi venisse alla ribalta. Io non posso che condividere la scelta felice di Marco, che restituisce finalmente un Sandokan vestito con abiti principeschi, così come lo descriveva Salgari.
martedì 1 dicembre 2015
domenica 30 agosto 2015
TARZAN - Ritorno a Pal-ul-Don
La
Edgar Rice Burroughs inc. ha sempre concesso malvolentieri i diritti
per nuove avventure librarie dei suoi personaggi. Si contano in una mano
i pastiches di Tarzan regolarmente autorizzati . Esce ora "Tarzan,
return to Pal ul Don" di Will Murray. Mi sono affrettato a comprarlo e
devo dire che è eccezionale. Murray riprende alcuni personaggi di
Burroughs e senza sbavature con gli originali li fa agire nel contesto
della seconda guerra mondiale (cioè una ventina di anni dopo la prima
visita a Pal ul Don di Tarzan, avvenuta in "Tarzan il terribile") .
Dispiace solo una cosa. Per esigenze di marketing, questa volta è uscita
prima, contrariamente al solito, l'edizione in paperback. Esce poi
l'edizione rilegata che conterrà come bonus un racconto collegato (spin
off) di Gary Buckingam. Dovrò procurarmelo in qualche altra maniera.
giovedì 18 giugno 2015
il nuovo libro di SANDOKAN forse da noia a qualcuno
MI STO DIVERTENDO UN MONDO !
Io e il mio coautore Patrizio
Pavone, in questi giorni stiamo subendo un attacco violentissimo da persone che
vivono sfruttando il nome di Salgari, e che
si dilettano scrivendo le solite
recensioni che si sono viste da mille parti, con parole più o meno uguali, a
volta inutilmente roboanti, disquisendo
senza mai arrestarsi sui pregi e difetti del nostro Emilio. Costoro, evidentemente persone con la puzza sotto il naso, RICONOSCONO solo le opere originali dell’autore, snobbando di
conseguenza qualunque apocrifo, scritto in qualunque tempo, e quindi anche
quelli del giorno d’oggi. E’ molto facile per loro criticare un’opera come la nostra: “SANDOKAN
NEL CONTINENTE SCOMPARSO”, SENZA sicuramente
AVERLA NEMMENO LETTA, (altrimenti avrebbero almeno dovuto riconoscere i pregi quali il computo
delle distanze e le molte piantine inserite nel testo, per non parlare della
bella copertina dovuta a Celestini che disegna per la Bonelli …e scusa se è
poco!), imputando a noi pretese che mai ci siamo sognati. Ma vuoi scommettere che se glie ne inviavamo
una copia GRATIS del nostro libro ne avrebbero parlato bene?
Ci hanno inserito nella marea di rinnovati apocrifi (QUALI? DOVE SONO? A meno che non intendano le orrende antologie tipo
“MOMPRACEM” su cui peraltro ha scritto
anche BUTICCHI….) Ma io dico loro che vorrei leggere (se ce ne fossero, e li invito
a comunicarmele) altre avventure dei
miei eroi prediletti e non mi importerebbe se i libri li avesse scritti ,
Motta, o Moretto o la Mucca Carolina, se questi fossero libri decenti…
Come ho
detto all’intervistatore di Radio Flash di Livorno, il libro è nato
principalmente dalla voglia di leggere altre avventure di Sandokan
e dei tigrotti. Non intendeva e non intende minimamente sostituirsi a Salgari
in maniera “ ipocrita e presuntuosa” come è stato scritto. Poiché
non vi sono libri attuali sul mercato ,
o ce ne sono di deludenti come quello di PACO TAIBO, non restava altro che confezionarci un libro per
conto nostro, che in edizione
autostampata è stato accolto molto positivamente dai pochi che lo hanno letto,
tanto da invogliarci a cercare un editore serio che è stato trovato quasi
subito in GORDIANO LUPI. Che non abbiamo cercato il confronto con Salgari, è
evidente dal luogo stesso dove abbiamo spedito i nostri eroi, un’operazione mai fatta prima, inviandoli in un mondo sotterraneo, che riprende molti
dagli ambienti fantastici di Edgar Rice Burroughs. Ma non sarà che qualcuno “rosica” terribilmente di gelosia per non aver pensato lui ad un’operazione del
genere? Perché questi sedicenti
critici, abilissimi a disquisire in maniera pedante e far simposi e cene a tema
raschiando il fondo del barile Salgariano dove troveranno ormai solo lische,
non si ingegnano un poco e lo SCRIVONO LORO UN LIBRO con la cura e i
riferimenti a TUTTA LA CRONOLOGIA SALGARIANA e non a quella del solo povero
Emilio? Ma forse criticano gli apocrifi
perché non li hanno letti e magari non tutti… ed è più facile criticare che non
perdendo tempo e soldi nel mercato dell’usato per procurarseli… (La prova è
scritta in un post di questo BLOG...) Io
lo leggerei volentieri un loro libro con nuove avventure…. Che ci provino! Ma che diano prova di una certa fantasia
almeno!!! MA NON POSSONO FARLO..., perché
altrimenti si esporrebbero alla stessa critica che loro hanno fatto nei nostri
confronti.
E inoltre, se non son contenti di SANDOKAN perduto nel sepolto continente di LEMURIA, vedrai cosa
combino nel prossimo volume!!!
PROSIT !!!
Fabrizio Frosali
L'immagine
a corredo, che per ignote ragioni mi sembrava pertinente, è tratta a un
fumetto apocrifo che più apocrifo non si può, della serie "SANDOKAZ"
domenica 14 giugno 2015
giovedì 11 giugno 2015
lunedì 8 giugno 2015
QUADERNO... di SANDOKAN!
Ebbene si! nel mio girovagare quotidiano su Ebay mi sono imbattuto in questa curiosità. Vendevano nientemeno che un quaderno di Sandokan . Non ovviamente appartenuto a lui,
ma con una bella illustrazione di copertina . Chi mi sa dire da quale libro è tratta la scena raffigurata de "la lotta coi pitoni"? Va bene, ve lo dico io ... Viene da "Sandokan alla riscossa". Il bello è che il quaderno non viene venduto intonso, ma completamente compilato da un bimbo dell'epoca. Mi chiedo chi possa comprarlo... e quanti del genere ci siano stati all'epoca in commercio!
mercoledì 25 marzo 2015
Pubblicità su "FUMETTO" n. 93 del Marzo 2015
Ecco come viene pubblicizzato il mio libro su Sandokan sulla rivista "Fumetto" ora in distribuzione.
sabato 14 marzo 2015
L'UOMO MASCHERATO CONTRO IL CORSARO NERO
Diciamo subito a scanso di equivoci che il CORSARO NERO di Salgariana memoria qui non c'entra per nulla. Il titolo di cui sopra non è altro che quello usato per l'uscita recente in DVD dell'originale "L'uomo mascherato contro i pirati" di De Angelis. Perchè allora il Corsaro nero? Perchè il capo di uno dei due gruppi di pirati che si fronteggiano in quella che dovrebbe essere un'isola, è vestito di nero. Qui tra camminate senza senso sulla spiaggia e risibili combattimenti, si svolgono le assurde vicende che arrivano stancamente alla fine. Il film è tutto una mistificazione. L'uomo mascherato del titolo è un personaggio misterioso che combatte contro i pirati, ma è egli stesso un pirata e invece si scoprirà alla fine che era stato mandato dagli spagnoli per sconfiggerli; i manifesti dell'epoca che cambiarono il colore del cappuccio del pirata, da nero a rosso nel tentativo di farlo assomigliare al costume (rosso) dell'uomo mascherato dei fumetti di Lee Falk, che in Italia era stato colorato in questo modo e anche questa era una mistificazione... Di uomini mascherati poi ce ne sono due e uno è indiscutibilmente una femmina, come dimostra l'immagine che qui metto! Insomma un pastrocchio invedibile.
Eppure io me lo sono visto, forse per l'affezione a due attori che, pur di serie B, mi piacciono molto, e che sono George Hilton, eroe di molti spaghetti western e il compianto Luciano Stella o Tony Kendall in una delle loro prime interpretazioni.
A proposito, parlando di mistificazioni non si capisce l'ultima, che ha cambiato il nome originario del film, facendo comparire nel titolo
un "Corsaro Nero" (nel film interpretato da Jose Torres ) cercando di catturare chissà quali acquirenti...
Eppure io me lo sono visto, forse per l'affezione a due attori che, pur di serie B, mi piacciono molto, e che sono George Hilton, eroe di molti spaghetti western e il compianto Luciano Stella o Tony Kendall in una delle loro prime interpretazioni.
A proposito, parlando di mistificazioni non si capisce l'ultima, che ha cambiato il nome originario del film, facendo comparire nel titolo
un "Corsaro Nero" (nel film interpretato da Jose Torres ) cercando di catturare chissà quali acquirenti...
mercoledì 11 marzo 2015
Il vero capitano MACPHERSON
Ecco qua, per chi ha letto "I misteri della jungla nera" e "La vendetta dei tughs" il ritratto del vero capitano Machperson. Salgari per il suo personaggio deve aver letto qualcosa e preso a prestito il nome. Più che si scava nelle minuzie storiche, più ci si stupisce di quanto era documentato il nostro Emilio.
Il vero nome del capitano Machperson era Samuel Charters e non morì ucciso dai tughs, ma per malattia, nel 1860 dopo la famosa ribellione dei cipays. Fu molto attivo insieme al maggiore generale John Campbell e ai capitani Macvkcar e Frye nella repressione dei culti sanguinari e fanatici nel paese del Khondistan, dove imperversavano i feroci seguaci di Tado Pennor, il dio della guerra e di Maunck Soro, il dio rosso dei combattimenti. I sacrifici umani erano all'ordine del giorno e il capitano Macpherson intraprese delle lunghe e terribili spedizioni per sradicare il loro culto. In rete si può trovare in inglese i suoi memoriali del servizio in India .
Se vi interesserà....e a quanti?
Fabri
L'immagine è del vero Macpherson!
Il vero nome del capitano Machperson era Samuel Charters e non morì ucciso dai tughs, ma per malattia, nel 1860 dopo la famosa ribellione dei cipays. Fu molto attivo insieme al maggiore generale John Campbell e ai capitani Macvkcar e Frye nella repressione dei culti sanguinari e fanatici nel paese del Khondistan, dove imperversavano i feroci seguaci di Tado Pennor, il dio della guerra e di Maunck Soro, il dio rosso dei combattimenti. I sacrifici umani erano all'ordine del giorno e il capitano Macpherson intraprese delle lunghe e terribili spedizioni per sradicare il loro culto. In rete si può trovare in inglese i suoi memoriali del servizio in India .
Se vi interesserà....e a quanti?
Fabri
L'immagine è del vero Macpherson!
sabato 7 marzo 2015
Il LEONE di GIAVA personaggio che vive o muore a piacere
Chi ama le copertine dei bei tempi andati non potrà non apprezzare questa del libro di Antonio Quattrini. Il personaggio, si vede anche dall'illustrazione, è una fotocopia di Sandokan e il libro fa parte di una quadrilogia che comprende "La figlia del corsaro" "Il vascello fantasma" "Il re dell'oceano" e appunto "Il leone di Giava". Per non annoiarvi dicendo cose che gli appassionati Salgariani ben conoscono (o potrebbero conoscere basta documentarsi un pochino), non narrerò alcunché della trama e spiegherò solo il titolo criptico del post. Nella prima edizione del libro il Leone di Giava moriva, perchè Quattrini aveva previsto un seguito, che non ha mai visto la luce, imperniato sulle vicende del figlio che vendicava l'eroe.
Anni dopo, effettuando la ristampa del libro, accantonato il progetto del seguito, Quattrini ha deciso per ragioni imperscrutabili di modificare l'ultima parte ed imporre il lieto fine. Ecco spiegato perchè ho scritto che il Leone vive o muore a piacere.... a seconda di quale edizione uno voglia o possa
rintracciare ...
Anni dopo, effettuando la ristampa del libro, accantonato il progetto del seguito, Quattrini ha deciso per ragioni imperscrutabili di modificare l'ultima parte ed imporre il lieto fine. Ecco spiegato perchè ho scritto che il Leone vive o muore a piacere.... a seconda di quale edizione uno voglia o possa
rintracciare ...
mercoledì 4 marzo 2015
KRANE II - . Capitolo I - URZUK
Per chi ha letto il primo volume della saga e non si è poi curato di come sia andata a finire, ecco qui di seguito la prima pagina del nuovo romanzo che ha un incipit di puro stile Howardiano ...
"""
"""
CAPITOLO I
URZUK
Gli Urzuk erano vicini. Per quanto avesse
cercato di tenerli lontano con mille trucchi, sfruttando la conoscenza del
deserto che indubbiamente aveva, l'uomo intabarrato nel burnus svolazzante non
era riuscito a scrollarsi di dosso quei molesti inseguitori che lo braccavano
da molte ore. Il dromedario era ormai stanco, avendo dovuto sostenere un trotto
costante fin dal mattino. In certi
momenti gli Urzuk erano rimasti indietro, fuori vista in quel deserto arido, completamente
sabbioso, senza un filo d'erba a interromperne la monotonia. Non appena ciò era
accaduto, l'uomo aveva cercato di deviare dalla linea retta, nel tentativo di
perdere definitivamente il contatto con chi lo inseguiva, ma dopo poco le
inconfondibili siluette di quegli arabi sugli alti cammelli riapparivano in
distanza. L'uomo nel burnus era giunto alla conclusione che non fossero gli
stessi che precedentemente lo seguivano. Forse vi erano varie pattuglie sparse
nel deserto alla sua caccia, per vietargli l'accesso al “Mausoleo” cui lui voleva
avvicinarsi, ed evidentemente dovevano coprire per miglia il territorio. Da
come si erano disposti nell'inseguirlo sembrava volessero spingerlo verso il
sud, in quanto la via sembrava libera solo da quella parte. Presto si sarebbe
trovato in una parte del deserto che lui non conosceva, dove il Chott el Jerid
si apriva sull'immenso Sahara. Non volendo dare partita vinta a chi lo seguiva
così tenacemente, l'uomo si risorse a un tentativo estremo. Colto il momento in cui i suoi inseguitori,
quattro o cinque in tutto, erano fuori vista, perché coperti dalle creste delle
dune di sabbia accatastate senza ordine da un vento capriccioso, ne sorpassò
una un po' più alta delle altre. Come sperava individuò alle spalle di questa
un avvallamento semicircolare, che doveva ripararlo alla vista di chi fosse
transitato anche a breve distanza da lui. Fece accoccolare il dromedario sulla
sabbia, si coricò accanto a questo dal lato dove il corpo dell'animale gli
forniva una relativa ombra, estrasse dalla fonda della sella una carabina Henry
a ripetizione e si mise ad attendere. Aveva calcolato che in circa una
quindicina di minuti quei berberi che lo seguivano sarebbero giunti alla sua
altezza. Non osava sporgersi oltre il punto più alto della duna nella direzione
dei suoi inseguitori, perché sapeva che lo avrebbero avvistato immediatamente,
si mise pertanto in attesa a un lato dell'avvallamento, quello da cui sperava i
berberi avrebbero passato il culmine delle sabbie. I suoi calcoli furono
esatti, perché dopo circa dodici minuti sentì il rumore soffocato delle zampe
dei cammelli che affondavano nella sabbia e quasi immediatamente quattro
cavalieri si profilarono sul culmine della duna. Era questione di attimi, quasi
subito si sarebbero resi conto che l'uomo inseguito non era più in vista e
dalle tracce del dromedario avrebbero volto lo sguardo verso la cunetta,
scoprendolo. L'uomo col burnus non si era curato di cancellare le tracce,
perché il suo scopo non era quello di eludere gli inseguitori. Voleva disfarsi
definitivamente di loro. Fedele alla sua deontologia, però, in quell'attimo
d’indecisione che portò i berberi ad arrestare le loro cavalcature, indecisi
della direzione da prendere, si alzò in ginocchio e li apostrofò con queste
parole:
- Le sabbie del deserto non sono abbastanza calde oggi per voi? Ho poca acqua a disposizione, amici, ma in
sua vece posso offrirvi molto piombo, rovente ancor più degli zoccoli dei
vostri cammelli!
"""
L'mmagine che vedete è una istantanea del lago salato del Chott el Jerid ...
domenica 22 febbraio 2015
MARIANNA, LA MOGLIE DEL PIRATA della serie Immagini rare e curiose.
Inizio questa nuova rubrica sul blog, che sarà dedicata a immagini rare e/o datate poco conosciute, sempre nell'ambito della letteratura salgariana, nel tentativo di tener viva la fiaccola dell'interesse in questo filone della letteratura italiana, ormai semiabbandonato dai lettori, anche se mi par di capire da certi segnali che un revival, forse dovuto ai tempi cupi che viviamo, sembra esserci.
Partiamo dunque con questa immagine, tratta dalla copertina de "La mujer del pirata" che non è altro che l'edizione spagnola della seconda parte de "Le tigri di Mompracem" . Questo libro pare edito intorno al 1890, o così è stato commercializzato. E' stato venduto per la bellezza di 350 euro!!! . Qui l'interesse principale è dato dal fatto che l'ignoto disegnatore ha ritratto Sandokan vestito più o meno come i Pirati delle Antille con un pacchiamo errore di tempi e di date!
Fabrizio Frosali
Partiamo dunque con questa immagine, tratta dalla copertina de "La mujer del pirata" che non è altro che l'edizione spagnola della seconda parte de "Le tigri di Mompracem" . Questo libro pare edito intorno al 1890, o così è stato commercializzato. E' stato venduto per la bellezza di 350 euro!!! . Qui l'interesse principale è dato dal fatto che l'ignoto disegnatore ha ritratto Sandokan vestito più o meno come i Pirati delle Antille con un pacchiamo errore di tempi e di date!
Fabrizio Frosali
venerdì 20 febbraio 2015
SANDOKAN NEL CONTINENTE SCOMPARSO - Edizioni "Il Foglio" Piombino
L'anno passato inserii in questo blog un post con lo stesso titolo, almeno nella prima parte. Sono ora lieto (penso sia naturale) di far pubblicità al mio libro, inserendo la copertina ufficiale, quella con cui è in uscita per le edizioni "Il Foglio", il mio romanzo scritto a 4 mani con Patrizio Pavone. La pubblicazione è un riconoscimento per me tangibile per la cura, il tempo e la passione che ho messo nello scrivere il libro, perchè riconoscerete che al giorno d'oggi, quando nessuno legge più nulla e men che meno i romanzi di una volta considerati troppo datati, scrivere sulle Tigri della Malesia è stato proprio un azzardo, dovuto solo alla grande passione per i personaggi e alla voglia di leggere loro nuove avventure . Cavolo, se non ve ne erano altre di scritte, non restava che scriverne una nuova noi! E il riconoscimento c'è stato, con la pubblicazione dell'opera, tramite una casa editrice che ha da sempre a cuore i temi salgariani. Una gratificazione che son stato molto felice di ottenere e che spero aiuterà a diffondere il verbo dei tigrotti della Malesia in questa società ormai dimentica dei valori e della cultura che dovrebbe essere intrinseca al nostro popolo!
POTETE ANCHE VISITARE IL SEGUENTE LINK:
http://www.webalice.it/f_frosali/SANDOKAN_nel_continente_scomparso.html
FABRIZIO FROSALI
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FABRIZIO FROSALI
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