martedì 15 agosto 2017

RENZO CHIOSSO - Note di continuità '

Mi sono accostato al libro di Renzo Chiosso "Il diavolo nel castello di Geolen" non perchè ami l'autore, ma spinto da una nota in "Genesi della letteratura popolare" di Valentino Cecchetti.Orbene, in questa nota si dice che nel libro in questione compare Niombo, tratto di peso da "I drammi della schiavitù" di Emilio Salgari. Ora Niombo non  è certo uno dei personaggi migliori di Emilio, ma io,amante come sono della continuity, mi son messo a cercare "Il diavolo..." infine trovandolo in una copia, completa anche della copertina che spesso è mancante.   Devo qui confutare quanto affermato nel libro di Cecchetti, perchè  Niombo compare nel volume ma... non è lo stesso Niombo. Nessun grado di parentela con quello di Salgari.
  Qui Niombo è un essere infido e malvagio e la storia si svolge nel 1900, molti anni dopo quella di Salgari . Il diavolo poi non è un'entità soprannaturale, ma unicamente un epiteto dato a uno dei personaggi . Tutto da buttare allora? Direi di si, se non fosse che, la continuità che io speravo di trovare con uno dei libri di Salgari, "Il diavolo..." ce l'ha invece con... "Quentin Durward" più noto forse come "L'arciere del re"  (anche per un film con Robert Taylor)  di Walter Scott.    Infatti uno dei protagonisti è un discendente della casata dei Durward e il volume di Scott viene citato nel testo. Se Chiosso avesse usato un personaggio la cui storicità fosse accertata, non si potrebbe parlare di continuità. Chiunque infatti può usare personaggi storici nelle sue opere. Ma Durward fino a prova contraria, è un personaggio INVENTATO da Scott. . Ritrovare allora uno dei suoi discendenti che in un altro libro fa espressamente riferimento alle vicende de "L'arciere del re" fa si che questo "Diavolo" può esser considerato un seguito dell'opera di Scott... Forse queste note di continuità sono l'unico pregio (o difetto)  del libretto di Chiosso.... ed è tutto dire!

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