mercoledì 10 dicembre 2025

"SANDOKAN E LE PANTERE FILIPPINE" Nuovo libro di VICTOR LLUIS PEREZ



 Il mito di Sandokan non accenna a tramontare. Ho scovato questo nuovo volume il giorno dopo che è stato edito ed è quindi freschissimo. Inizialmente pensavo fosse in spagnolo ma è invece in

CATALANO, ancora più facile a leggersi per noi, se non si vuole attendere l'edizione italiana. L'autore è una persona preparatissima in cose Salgariane e ha già tradotto alcuni dei titoli del CORSARO NERO cui seguiranno quelli delle Tigri di Mompracem. Victor ben ha fatto ad ambientare la vicenda in un momento poco esplorato della vita dei nostri eroi: i primi anni di pirateria con a fianco Yanez, ma prima di conoscere Marianna. Rendendosi conto che ormai tra originali e apocrifi (di cui è cultore) la Malesia è stata visitata in lungo e in largo, spedisce questa volta i nostri eroi nelle Filippine, perchè fa notare che  ne "Le Tigri di Mompracem" si accenna al fatto che Sandokan abbia saccheggiato colonie spagnole e olandesi nel Sud-est asiatico, non solo britanniche. L'autore descrive anche  usi costumi e tradizioni di quelle terre avendo viaggiuto in lungo e in llargo in quei luoghi. E' infatti anche archeologo e insegnante universitario per cui conosce bene ciò che scrive. Il libro è impreziosito da alcuni disegni molto ben fatti, alcune carte geografiche, uina bibliografia molto simile alla mia, comprendente anche gli ultimi titoli usciti, ma organizzata secondo le date di uscita dei vari volumi, e poi presentazioni dei personaggi e compendi storici e geografici. Un libro insomma (di cui è in facimento il seguito, "SANDOKAN E I DEMONI DI BALI") che non può mancare nella biblioteca del vero appassionato a Salgari e al suo eroe per antonomasia, SANDOKAN 





martedì 2 dicembre 2025

SANDOKAN - Recensione

 

Non volevo fare una recensione del prodotto, proprio non volevo. Poi però ne ho letta una di un Salgariano convinto, che non ne parlava affatto male e allora mi sono deciso. Reputo la prima puntata del Sandokan televisivo una delle cose più brutte che abbia potuto vedere in questi ultimi anni. E si badi bene, che non fo confronti col vecchio Sandokan di Bedi che io invece contro corrente non ho mai stimato. Anzi al contrario posso dire che l’interpretazione di Jaman non è del tutto negativa, ma è tutto il resto semplicemente che non sta in piedi. La sceneggiatura è approssimativa, i volti sono spesso imbambolati o ripresi in smorfie assurde, sono inseriti personaggi mai neppur sognati da Salgari che, se si guarda bene, fanno assai poco, Sandokan che soffoca con un cuscino un soldato oltretutto ferito e la scena orrenda, lunghissima, quella del ballo, che magari piacerà tanto alle suffragette del bel Jaman. Se ci fate caso, nessuno balla. Sono finiti i tempi di Scaramouche, o del Gattopardo, in cui c’era una vera squadra da ballo e tutto era attentamente coreografato Adesso si riprende un paio di personaggi e si stacca subito l’angolo di ripresa per una visione d’insieme o altri danzatori. E via dicendo. La musica è continua e chi vede il programma ha l’illusione che ci sia davvero un ballo. In poco tempo e senza tante 
spese, checché ne vien detto, si può fare la scena Lo stesso è per le sequenze d’azione che nella prima puntata sono state inesistenti o quasi e mai cruente salvo una riservata al cattivo della storia. Speravo almeno in un bell’arrangiamento del tema musicale dei fratelli De Angelis ma latita anche questo. Ci sono degli shots delle isole Reunion prese in distanza per dare l’illusione di essere in zone esotiche, per poi di seguito riprendere coste e vegetazione della costa calabra diversissima da come può essere il Borneo. Lo stacco è disturbante Ce ne sarebbero di cose da dire, come ad esempio in un tripudio del politically correct, e dal far sì che anche il più umile dei consumatori utili si identifichi nell’eroe, Sandokan da esser figlio di un rajah è stato regredito a figlio di un capo tribù, allevato per giunta da una prostituta e che fa il pirata per sbarcare il lunario senza alcun nobile proposito. Sembra quasi che gli sceneggiatori, e lo vedrete nel seguito, preferiscano James Brooke, che nelle “Tigri” era assente, al personaggio principale. Imbarazzante è anche il ruolo di Yanez, troppo vecchio o invecchiato per la parte che non ha nulla dell’arguzia che dovrebbe avere, limitandosi ad alcune battute completamente inutili. Mi fermo qui, per non infierire troppo magari se ne riparlerà…. Fabrizio Frosali